venerdì 11 novembre 2016

Ci vuole calma e sangue freddo!

Buon ciao a tutti! 
Negli ultimi giorno, purtroppo, non sono riuscita a tenervi aggiornati sulle mie avventure.
Motivo?
Sono stata parecchio presa e, come se non bastasse, sono alle prese con la fase "adolescenziale" del piccolo C., che pare non voler più obbedire, ma di questo ne parlerò nel resoconto di oggi. 
Ora vi lascio -come al solito- i link "utili":
- Instagram: elyl90 
Ancora una volta vi invito a votare il blog su Net Parade e a diventare lettori fissi, cosa di cui vi sarei molto grata graterrima (anzi: gratin!)

Oggi, in Francia, è festa nazionale: ricorre infatti l'armistizio di Compiègne, sottoscritto alle ore 11.00 nel 1918 tra l'Impero Tedesco e le Forze Alleate.
Dunque tutti a casa, compresi i mostricciatoli adorati! 
E io, stanotte, ho faticato a dormire: il sonno m'ha presa alle 5.30 e C. ha iniziato a bussare alla mia porta alle 8.30. Per la prima volta da quando sono arrivata ho tentato di ignorare quel timido pugnetto contro la porta in legno, ma niente da fare: imperterrito, s'è sempre fatto più forte, finché ho deciso d'arrendermi. 
Gli ho aperto la porta e, come uno zombie, sono tornata sotto le coperte. Lui, al mio contrario, si è messo a correre per tutta la mia stanza, per poi saltare sul mio letto. Ha iniziato a cantare e gridare. Ovviamente non era solo: con lui c'era il Piccolo Alien.
Così, con tre ore di sonno sulle spalle, mi sono ritrovata catapultata nel mondo dei vivi. 
Passano i minuti e io sono sempre più vicina al riaddormentarmi nonostante il casino provocato dai due cucciolotti. Questo -almeno- fino al momento in cui C. s'infila sotto le coperte e mi mette i piedi gelati addosso. 
Spalanco gli occhi e rabbrividisco, quasi tremo. 
E lui che fa?
Ride! 
ESATTO! 
Ride divertito e mi guarda con quei suoi occhioni da angioletto.
Maledetto.
Dopo essersi scaldato per bene, abbandona il mio letto e va a giocare per i fatti suoi, così io posso finalmente pormi le domande fondamentali sull'esistenza: perché sono sveglia? Perché respiro? Perché vivo? 
Quando sono più cosciente dell'ambiente che mi circonda e di me stessa, decido finalmente d'alzarmi e di andare a fare colazione.
In cucina ritrovo Ca. e il piccolo C.. Per svegliarmi mi preparo un ottimo caffè, che però non sarà mai buono come quello di casa, anche se devo dire che ho un fantastico segreto: mi sono portata la moca da casa. O meglio: la moca l'ho regalata a R. ma principalmente la uso io.
Dettagli, suvvia! 
Passa la mattinata: Ca. lavora, C. guarda i cartoni animati e io lavoro al mio nuovo romanzo. 
Giunge l'ora di pranzo ed io e Ca. ci sperimentiamo. 
L'idea di base era di fare una pasta besciamella e zucchine, ma poi abbiamo deciso di aggiungerci anche delle cipolle e dei funghetti. 
Risultato? Ottimo, davvero! Provatela, non ve ne pentirete.
Finito il pranzo, inizia la lotta con C., che è entrato in fase adolescenziale.
Perché dico così? Perché da qualche giorno a questa parte è diventato un vero ribelle: non ascolta, non obbedisce, fa i capricci. 
E io non so più dove sbattere la testa e sto facendo ricorso a tutta la pazienza che ho, rendendomi conto d'averne davvero tanta. 
Ma davvero tanta.
Ca. ed io gli proponiamo di andare al cinema a vedere Trolls, ma non ci sono santi che tengano: non ne ha voglia, si ribella, si lamenta. 
A questo punto, C. ed io andiamo a fare una passeggiata tra le vigne, sebbene convincerlo sia stata una dura lotta. E vestirlo lo è stato ancor di più.
Ci ho messo almeno mezzora, tra un: "Dammi il braccio. Dammi il piede. Girati. Ascoltami, C.! Siediti. In piedi. Fa' questo. Fa' quest'altro."
Insomma... un calvario, questo abbigliarsi! 
Iniziamo la nostra passeggiata e gli faccio tutte le raccomandazioni del caso, tra cui:
- Non camminare sui muretti in pietra.
- Non mettere i piedi nelle pozzanghere.
- Non tirare la coda a Mistache (la gatta).
Dopo due minuti, nell'ordine:
- Ha iniziato a camminare sul muretto fatto di pietra. Una pietra s'è spostata, lui è scivolato e io lo ho preso al volo impedendogli di spezzarsi l'osso del collo.
- Ha iniziato a tirare la coda della povera gatta.
- Il meglio: è corso in avanti. Si è fermato. Si è voltato e mi ha guardato qualche istante. Mi rendo conto che è davanti a una pozzanghera. Gli urlo: "No! Non i piedi nella pozzanghera." Sorride maleficamente e... SPLASH! Ecco che infila il piedino nella pozzanghera. 
Lo sgrido.
C: Non ti voglio più bene!
Io: Beh... se non mi vuoi più bene vorrà dire che la prossima volta che torno qui dall'Italia porterò un regalo solo a tua sorella.
C.: Solo ad A.?!
Io: Sì, solo a lei.
C.: Allora ti voglio bene.
Elisa cattiva.
Elisa è una Au Pair molto cattiva.
Ma quanto è stato divertente! Soprattutto perché mi sono immaginata che partisse anche una bellissima risata malefica dopo il mio "Sì, solo a lei".
Comunque finisce la passeggiata e noi rientriamo.

Ed ora eccomi qui a scrivere mentre l'adolescente miniaturizzato sta giocando con la sorella.

Le nostre scarpe

Nessun commento:

Posta un commento